RESILFOR (REstoring SILver-fir FORest)
LIFE08 NAT /IT/000371
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ASPETTI GENETICI DI CONSERVAZIONE DELLA SPECIE

La biodiversità, concetto statico sul breve periodo, va comunque considerata dinamica nel tempo, sempre soggetta ai mutamenti derivanti dalla pressione selettiva dell’ambiente.

Questa spinta agisce in primo luogo sui geni, e gli effetti si riscontrano inevitabilmente sulle nuove generazioni di individui della specie considerata.

L’interazione tra geni e ambienti porta all’espressione di determinati fenotipi, che sopravvivranno in caso di interazioni positive, adattandosi all’ambiente, o si estingueranno in caso di interazione negativa e quindi mancato adattamento.

In questa situazione, occorre considerare i cambiamenti che subirà l’ambiente negli anni a venire, seguendo la linea dei cambiamenti climatici che già da anni agiscono sull’ambiente italiano, e in questo specifico caso, sugli habitat dell’Appennino centrale.

In uno scenario possibile, si avrà uno spostamento delle isoterme in latitudine (200 Km) e altitudine (50-100-200 m) con calo del 30% delle precipitazioni e aumento di intensità degli eventi estremi (gelate, piogge, vampate di calore) e spostamento della loro data media.

Questo spostamento delle isoterme risulta più rapido dei meccanismi di dispersioni degli alberi forestali (3 km/anno contro 100/400 m/anno).

La difficoltà di diffusione della specie è dovuta soprattutto alla difficile diffusione in quota derivante dal peso dei semi e dalle difficoltà di migrazione dovuta a barriere geografiche e antropiche per trovare rifugi.

Questi rapidi cambiamenti si tradurranno in un’esaltazione dei principali fattori limitanti del clima Mediterraneo, Temperature e precipitazioni.

Le temperature influenzeranno i caratteri adattativi (dormienza, fenologia) di crescita (sistemi riproduttivi e produrranno in generale stress con interazione con patogeni animali e microbiotici.

La diminuzione delle precipitazioni (che colpirà maggiormente le parti più esposte di ecosistemi mesofili) provocherà prolungati periodi di siccità estivi, che insieme a temperature troppo elevate potranno arrecare danni alla rinnovazione sviluppata in primavera.

Questo scenario comporta un’attenzione particolare allo studio e al miglioramento delle capacità adattative dei materiali di partenza. Partendo dalla conservazione della diversità genetica della specie, si sfrutta la tolleranza geneticamente determinata per una certa nicchia ecologica che può essere sinteticamente indicata con il termine di plasticità fenotipica della specie.

Traducendo queste linee di azione, in pratica, le attività da svolgere sono:

monitorare geneticamente e per i caratteri adattativi le specie arboree in situ,

monitorare il comportamento adattativo anche valorizzando reti sperimentali il più ampie possibili,

avere a disposizione una filiera vivaistica che tenga conto dei MFR,

conservare in situ delle piantagioni, arricchirne la variabilità e, nel caso, spostarla in aree con minori problemi di adattabilità,

svolgere una selvicoltura ancora più sostenibile al fine di mantenere la variabilità genetica e mitigare gli effetti su microclima interno alle formazioni.

 

In tutti questi obbiettivi si traduce l’azione del progetto LIFE RESILFLOR.




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